bliss9876 |
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| Questa è un'altra bella serie appena conclusa, che è praticamente una docu-fiction su come è nata l'attività di profiling in Corea. Il personaggio di Song Ha Young è inventato, ma ispirato a quanto ha fatto nel suo lavoro il vero profiler autore del libro non fiction.
Song Ha Young è un valido agente, che ha la qualità di empatizzare con le vittime e di avere una mente analitica. Poiché non segue i dettami dei suoi superiori quando sembrano andare contro la logica, non riscuote molte simpatie. Sarà scelto dall'agente Kook, che ha avuto l'idea di costituire un nucleo di studio delle menti criminali alla fine degli anni '90, ispirandosi a quanto già si fa da anni negli USA. Il gruppo, composto da soli 3 elementi, verrà per lungo tempo osteggiato o considerato inutile. Finché dopo anni, applicando lo studio ricavato da centinaia di colloqui con i condannati, si inizieranno a vedere i frutti.
La serie segue le difficoltà del lavoro della polizia e dei profiler nel corso delle indagini. Qui tutti compaiono come persone normali, non c'è l'atto da supereroe né l'inseguimento mozzafiato né il colpo di genio.
I casi trattati sono ispirati a casi di veri serial killers coreani. Le interviste o interrogatori di Ha Young e capo Kook sono allo stesso tempo la parte più avvincente e agghiacciante della serie. Io sinceramente l'ho vista 2 episodi a settimana e non credo sia una serie da maratonare (dopo un episidio di questi hai voglia di qualcosa di leggero e che faccia ridere). Il ritmo è lento e come detto segue le indagini nei tentativi e anche nei fallimenti.
Ottime prove attoriali di tutti ma in particolare di Kim Nam Gil, che interpreta questo poliziotto sempre più al limite per il compito gravoso e il peso delle storie che ascolta. E degli attori che interpretano i criminali
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