Il crime-thriller non è il mio genere, ho guardato questo drama incuriosita dalle recensioni più che favorevoli, per questo, rispetto alle altre ragazze che hanno commentato, sono stata più "fortunata", perché essendo a digiuno di polizieschi tutto mi è sembrato nuovo ed originale, e più di una volta alla fine di un episodio sono rimasta a bocca aperta.
In particolare non mi aspettavo che l'identità dell'assassino - e che raccapricciante assassino -
fosse rivelata prima di arrivare a metà della storia
e che ci fossero molti altri misteri da risolvere, in una trama così ben congegnata.
Ho impiegato qualche episodio per entusiasmarmi alla storia, che mi ha un po' perso solo verso la fine, quando ormai era chiaro come fossero andate le cose. Complice anche il fatto che non si tratta di un drama leggero, e quindi non è l'ideale da guardare alla fine di una giornata faticosa.
I personaggi sono tutti caratterizzati benissimo, anche quelli secondari come Jae-yi, Ji-hwa e Ms Do e tutti loro, alla fine della storia, sono diversi rispetto a quelli che erano all'inizio.
Dong-shik incarna un uomo torturato che si è trascinato negli anni senza vivere davvero, distrutto dagli eventi di venti anni prima, mentre Joo-won il giovane ancora immaturo che imparerà ad avere un punto di vista meno statico.
Ho apprezzato molto come è stato raccontato il suo rapporto con il padre, mentre non mi è piaciuto che durante i primi episodi Dong-shik
abbia un atteggiamento ambiguo che vuole spingere lo spettatore a sospettare anche di lui. L'ho trovata una mossa inutile, perché chiunque guardi drama coreani sa che è meno che probabile che il protagonista sia colpevole o "cattivo".
La cittadina di Manyang è perfetta per il mood della serie ed è quasi un personaggio a sé stante.
Belli sia i brani che gli strumentali.
9/10
Più scheletri nei loro armadi di un cimitero 
