Ireland

Ho visto Ireland quasi tutto in un fiato.
Tutto nel corso delle mie notti stellate, senza che la noia mi seguisse guardinga. L'ho amato per la sua capacità di raccontare la ricerca della propria memoria e il processo di crescita del sentimento dell'amore per sé stessi e per il proprio prossimo con grande partecipazione emotiva, grazie anche ad una colonna sonora molto efficace. L'ho odiato, perché la sceneggiatura è tutta costruita attorno ad uno stallo narrativo, un triangolo umano, soprattutto umano prima ancora che amoroso, protratto per un numero considerevole di puntate. A volte lento, riflessivo, a volte rapido, impalpabile come una danza nel vento, viaggia considerevolmente basandosi sulla magistrale interpretazione di Lee Na Young, due occhi profondi come un mare schiaffeggiato da una bufera di maestrale, e di un eccellente Kim Min Joon, coraggioso e sensibile come non mai in un ruolo deprivato dal fascino e dal magnetismo dei suoi precedenti caratteri in Damo e Into the Storm. Di contraltare, Hyun Bin mi ha intenerita, spaesata, con la forza del rigore umano del suo Kang Gook, mentre Kim Min Jung egoisticamente, quasi in solitaria, cercava il bandolo della matassa della sua Shi-yeon.
Si piange, si ride, si pensa... Amaramente. Non leggete nelle varie sintesi e nei svariati commenti che potrete trovare in rete la forza repulsiva di un amore incestuoso, perché fareste un grave torto a voi stessi e alla vostra intelligenza. Ireland non racconta niente di scabroso né intende essere morboso nei contenuti. Piuttosto, cercate di guardare questa storia con la forza del vostro cuore, comprendendo come molto spesso la libertà dei sentimenti si scontra con il destino e con le convenzioni sociali. Ho trovato nella storia d'amore tra Joong-ah e Jae-bok tanto, tantissimo coraggio, lo stesso che illuminava lo sguardo di Kim Min Joon e di Lee Na Young, da parte della sceneggiatrice In Jung Ok nel voler mostrare come un uomo e una donna siano in grado di vivere il loro sentimento nel senso più alto del termine, in modo puro e quasi spirituale. Si cresce, si soffre, si è per l'appunto coraggiosi, in quanto in nome di ciò che ci può legare per la vita possiamo affrontare il sacrificio della separazione, del distacco, lasciando che quel sentimento si rinnovi nella sua stessa forza vitale.
Il finale, molto originale, onirico e simbolico, viene lasciato tutto alla nostra interpretazione che segue fiduciosa il percorso di un palloncino verde che si libra nel cielo azzurro.
Ireland si merita un'opportunità.
Buona visione.