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Bad Love

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Bradamante_
view post Posted on 4/12/2007, 01:45 by: Bradamante_     +1   -1




Commento della prima puntata.
SPOILER (click to view)
Bad Love è dichiaratamente, direi volutamente, un classico melodramma coreano con in più degli accenti da tinte fosche, aleggia fin da subito un clima da tragedia (il sangue, le ferite, una vela ammainata, un autunno dai toni rossi, malinconici) che sembra debba compiersi in un tempo non tanto lontano. In questo senso, penso che la trama spinga soprattutto nella direzione del personaggio interpretato da un Kim Sung Soo molto prossimo alla fissità inespressiva di una pietra, Lee Soo Hwan, un uomo provato dalla "castrazione" formale, morale e interiore della sua famiglia, della società e di un matrimonio senza amore, ma credo anche di una vita che sembra non appartenergli, e penso al suo "offrirsi" al dolore fisico senza che possa arrestare i danni al suo corpo, come se si sentisse privo di qualsiasi consistenza emotiva. In realtà, le emozioni sono più che mai vive in lui grazie a una violoncellista, una Lee Yo Won che continua a non piacermi come attrice, che si apre alla vita con molta generosità e ingenuità, ma che non può impedirsi dallo sentirsi attratta da Lee Soo Hwan, pur non sapendo niente della sua malinconica esistenza (molto bella la scena del loro secondo incontro nel labirinto del giardino dell'albergo. E' strano che l'attrazione dei due sia stata costruita, mostrata proprio in un luogo che per eccellenza è conosciuto come una sfida della mente più che dei sentimenti, delle emozioni. Forse, si voleva alludere alla "perdita dell'orientamento" dei sentimenti senza particolari cavilli intellettuali). Quindi, l'attrazione e l'amore tra i due sono proposte in un clima quasi avulso rispetto al contesto esistenziale di lui. Sono perplessa dalla estrema celerità con cui hanno descritto "'innamoramento" e "il declino" della storia tra i due, perchè con venti puntate a disposizione, mi aspettavo che il ritmo del racconto fosse più lento, invece, sono stata presa in contropiede, poichè Lee Soo Hwan confessa quasi immediatamente, prima preferisce "vivere" questo breve momento di serenità, a Na In Jung (Lee Yo Won) di essere un uomo sposato. Nonostante la delusione, la rabbia, lei finirà per perdonarlo, andando però incontro alla rabbia capricciosa di una moglie incattivita dall'egoismo e dalla superficialità della ricchezza facile. Cha Ye Reon interpreta un personaggio quasi assurdo da vedere e soprattutto da comprendere (la scena del tentato furto nel negozio di gioielli è molto eloquente al riguardo), rasenta la follia e la crudeltà con una facilità che lascia basiti. Non ho ancora parlato di Kwon Sang Woo... Diciamo che lo si è visto poco, ma il tanto sufficiente perchè facesse bella mostra del suo personaggio, Kang Yong Ki, un pittore tendente allo stereotipo del "bello-dannato", ma che fondamentalmente avrebbe una gran voglia di normalità e di equilibrio nel suo animo tormentato e frustrato da un padre distante e soffocante (lo costringe, tra le tante, ad interrompere una sua relazione sentimentale). La sua scena di quasi sesso sull'elevatore mi è sembrata un tocco di modernizzazione, ora sappiamo che anche i coreani lo fanno, nella rappresentazione delle relazioni umane dove poi, in concreto, si è comunque sempre fermi ai soliti stereotipi. La contrapposizione formale con una scena d'amore molto simile, ma che vedeva protagonisti Kim Sung Soo e Lee Yo Won, mi è sembrata una forzatura atta soltanto a mostrare due modi differenti di amare dei due protagonisti maschili. La prima ci poteva stare, la seconda meno, anche se era assolutamente di buon gusto. Il finale scivola sulla crudeltà e sulla violenza morale, umana e legale (ricordo che in Corea l'adulterio è un reato perseguibile penalmente) della colpevolezza dei due amanti smascherati dalla moglie tradita. Ho avuto una strana sensazione proprio in quel finale in cui guardavo il volto di Kim Sung Soo dietro le sbarre... Mi è sembrato che lui fosse dispiaciuto fino ad un certo punto dall'aver messo lei in una situazione così drammatica (siamo in Corea e mi viene da pensare, a parte i guai legali, a tutte le conseguenze che ne deriveranno e alla reputazione di lei irremidiabilmente compromessa agli occhi della società bigotta e benpensante), cioè ho avuto l'impressione che lui avesse avuto un atteggiamento egoistico nel voler pensare soprattutto a se stesso, nell'averla voluta imprigionare nella rete della sua incapacità a liberarsi da una situazione soffocante e opprimente. Le chiavi della sua libertà lui le ha in mano e deve solo decidersi di aprire la porta e andarsene, invece, rimane dolente e affranto, schiavo della sua stessa impotenza. Non si possono usare le persone, nè tanto meno i loro sentimenti, e lui l'ha fatto per puro egoismo personale, per sentirsi meno spenti dentro. Lee Soo Hwan non inizia una relazione sentimentale con Na In Jung per cambiare la sua vita, ma perchè cerca un diversivo dal grigiore apatico che lo pervade. Eppure, non credo sia un superficiale, come credo che la sua sofferenza interiore sia vera, autentica e sincera.
Questo è quanto.
Quando avrò i sub inglesi, spero di poter comprendere meglio l'intera situazione.


Edited by Bradamante_ - 4/12/2007, 08:28
 
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216 replies since 20/11/2007, 16:55   5037 views
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