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Nanase Futatabi

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Gnoma
view post Posted on 27/9/2010, 15:33 by: Gnoma     +1   -1




CITAZIONE (Mimi-chan @ 21/8/2010, 19:38)
Ep. 5
E' in questo episodio la
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scena di pianto
a cui accennavi, Gnoma?

Non ricordo bene, ma credo che la scena a cui mi riferivo era nella puntata 7 o 8
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quando nanase corre per salvare il padre e poi, percependo che non può più fare nulla, si accascia nel fiume piangendo. Ho avuto un groppo al puorisino tremendo in quella scena :sorry:




CITAZIONE (Mimi-chan @ 29/8/2010, 12:38)
Episodio 8
Solo una cosa mi lascia perplessa: se
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Nanase riesce ad amplificare - o instillare - poteri paranormali negli altri, allora dovrebbero possederli tutte le persone con cui ha avuto a che fare nella sua vita per un certo periodo di tempo, no? Perchè non Ruri e i suoi genitori? Si deve essere predisposti?

Yes, nanase può
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amplificare, non creare dal nulla, quindi se qualcuno non ha un briciolo di predisposizione speciale non può fare nulla.
Ad ogni modo questo verrà spiegato più avanti, sul finale, ma già adesso si parla di una sorta di evoluzione dell'essere umano, tema molto molto molto interessante che, per dire, non è poi così fantascientifico, visto che il buddhismo lo affronta da sempre e perfino i maya ne facevano accenno.
CITAZIONE
Il potere di Kousuke continua ad essere veramente frustrante =__=

poveraccio, è davvero il più sfigato di tutti :gnegne:


per mimi: oh cacchio per fortuna che ci sei! stavo tornando per sostituire il quote con lo spoiler, mi sono distratta scusa >_<

Sul finale, mi sa che devo autoquotarmi, perchè avevo già detto proprio tutto tutto

Sul finale temo di dovermi autoquotare, perchè avevo effettivamente già detto tutto quello che ne pensavo e soprattutto perchè, essendo io, per età, figlia di quella generazione di narrativa di cui nanase futatabi è un derivato, rispondendo proprio a commenti scontenti sul finale.

copincollo alcune parti, e magari le riaggiusto ;)

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Per me questo finale era inevitabile!
Fin dall'inizio ho sempre avvisato che questo drama era tratto da un romanzo di fantascienza del 1978, e la fantascienza a fine anni '70 non era certo Matrix... Impossibile vedere Nanase Futatabi senza questa consapevolezza, con l'illusione che
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potesse esserci un lieto fine...
Forse non so, sarà colpa mia che sono vecchia... Mi spiego: io non sono mai stata un'esperta nè una fan accanita di fantascienza, ma ci sono cresciuta in mezzo, sono della classe 76, e, voglia o no, ho assimilato per osmosi quell'approccio alla fsx di quegli anni, completamente ma completamente diverso da oggi. Completamente. Niente spettacolarismi ed effetti speciali, ma filosofiche e cervellotiche riflessioni sul genere umano.

Della fantascienza c'è da sempre, o quasi, alcuni filoni standard: il filone alieno, l'uomo nello spazio, il catastrofismo climatico (questo più recente), intelligenze artificiali, e altri, ma è tipico della fine anni 70 / inizio anni 80 il genere legato ai poteri paranormali. In quegli anni fece un enorme scalpore la storia di un inglese di origine israeliana di cui non ricordo il nome, che riusciva a prevedere, manomettere, spostare, curvare... Un pout pourrì di poteri esp a cui nè scienza nè religione nè opinione pubblica nè prestigiatori, riuscirono a dare una risposta. Fece davvero TANTO scalpore, al punto da far galoppare un sacco la fantasia di scrittori, sceneggiatori, e anche fumettisti. Il leit motiv di queste storie era principalmente una riflessione sull'uomo, su ciò che era in grado di fare, e su ciò che era in grado POTENZIALMENTE di fare, un'elite di esseri umani superiori, ed una riflessione, quindi, sui limiti di ciò che l'uomo dovrebbe essere libero (o no) di fare, sulla necessità di salvare l'uomo dall'autodistruzione dell'ambizione, e su mille altre cose legate a queste.
In campo mangofilo l'esempio più vicino è sicuramente MAI di Ikegami e Kudo, del 1992, ma in pieno spirito 70/80, altrimenti potreste andare a recuperarvi qualche opera dell'allora giovane Moebius. La TV italiana aveva invece prodotto una serie meravigliosa chiamata semplicemente ESP.

In quegli anni tutto il mondo cominciava a parlare di poteri paranormali veri o presunti, di cosa succederebbe se finissero nelle mani di chi non se li merita, o di chi li sfrutta malamente, e del bisogno di avere invece anime pure che l'avrebbero usato per salvare l'umanità da un futuro che, in quel momento, era nero nero nero. Stava iniziando la guerra fredda, si viveva nel terrore della guerra nucleare, c'era un clima di diffidenza generalizzato verso il futuro, non più di semplice scoperta dello spazio, ma di timore di non poterci mai arrivare perchè ci saremmo autodistrutti prima.

Nanase Futatabi nasce da questa situazione,
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sperare di trovarci un lieto fine, una storia d'amore, o, viceversa, di non trovarci un (per noi "contemporanei") un messaggio di speranza per l'umanità, è come andare al cinema a vedere un musical e uscirne dicendo "Non fanno altro che cantare, che palle!".


Detto questo, credo che Nanase Futatabi possa piacere o no, ma deludere sul finale è il prodotto di una mentalità non consapevole da dove Nanase Futatabi, romanzo del 78, venga:
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dal primo minuto è fedele a questo filone di fantascienza classica, tra l'altro fantascienza di altissima qualità e profondissimi spunti riflessivi per quegli anni, pensare che potesse slacciarsene sul finale sarebbe stato tradire lo spettatore, e non certo deluderlo. ;)

Sacrificarsi per qualcosa di più grande era un valore e fors'anche un dovere, e non una stupidaggine, un capriccio adolescenziale come, diciamocelo, è spesso oggi. Credevano che combattere e perire per la causa era la cosa migliore che potessero fare nella loro vita, essere i semi per il terreno di domani (proprio come Nanase e Kosuke sotto gli alberi: il sole li irradia, e loro sembrano quasi vittime della fotosintesi, perchè è esattamente questo che intendeva l'autore, una simbiosi di loro con la terra, con il futuro. Anche qui, sebbene con un ritardo in anni, si può trovare molto questa teoria in nausicaa di miyazaki).


E, ancora, vedo che avevo risposto alla domanda del perchè, secondo alcuni, era necessario
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far morire i due protagonisti.

Per noi, romantici e pigri uomini del 21mo secolo, che ci preoccupiamo prima a salvarci il culo e poi vivere felici e contenti, ci irrita questo senso di non vissuto, ma per quegli anni morire per la propria causa era vivere per l'eternità. :inchino:
Al contrario, invece, io ho compreso di più la fine dei protagonisti e meno quella dei comprimari. In quanto "seguaci" avrebbero potuto, come novelli apostoli, raccogliere il verbo di nanase e spargerlo all'uomo gnurante del presente, mentre la morte di nanase e kosuke era assolutamente inevitabile, altrimenti non sarebbero mai diventati le divinità che si impongono per questo genere di storie ;P


Conclusione che avevo scritto mesi e mesi fa:
mi ha davvero molto emozionata, perchè mi ci sono impegnata a farmi portare laddove l'autore ha voluto portarmi, non dove volevo che mi portasse:
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ho pianto nel ruscello di montagna insieme a nanase, bagnata e sporca, e in una sorta di berserk di impotenza; ho avuto rabbia quando l'hanno rifiutata al ricevero per anziani quando è rimasta sola; mi ha fatto chiedere quanto fosse tonta quando si cacciaa da sola nei casini con nishio, e si faceva mille pippe mentali cosmiche su sensi di colpa inesistenti; sono rimasta ipnotizzata dalle luci blu e gialle usate in moltissime scene; e ho avuto un sussulto al puorisino quando mi sono accorta che la fine si staa avvicinando, e premevo pausa ogni 5 secondi sperando non arrivasse mai.

Questo drama ha saputo portarmi in posti imprevisti, ma allo stesso tempo mi ha ricordato le mie letture dell'adolescenza, le tematiche dei primi Dylan Dog e Nathan Never, le atmosfere da "Ai confini della realtà". Un low budget, attori mediocri, ma si percepisce che dietro c'è un grande impegno, non di mezzi, forse, ma di sostanza.

E, infine, ripeto quel che avevo già detto non lo meritate questo drama, eretiche!!!! image :gnegne: image :gnegne: image :gnegne: image :gnegne: image :gnegne: image :gnegne:
 
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